Terreno – Valutazione per la Coltivazione

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IL TERRENO IDEALE PER COLTIVARE LE PIANTE

Si definisce “terreno agrario” quella piccola parte della superficie terrestre in grado di accogliere una coltivazione.

Deserti, ghiacciai, nude rocce, come chiunque può comprendere, non sono vocati alla crescita delle piante, e men che meno di quelle di interesse alimentare.

Esistono terreni apparentemente adatti alle colture, che in realtà celano carenze non valutabili a occhio nudo: rientrano in questa categoria i suoli eccessivamente acidi, calcarei oppure argillosi che, alla prova dei fatti, danno sempre risultati negativi.

IL TERRENO E’ VIVO

Sezionando con una vanga il terreno, si evidenziano differenti strati sovrapposti, ognuno diverso per colore, composizione, tessitura.

La differenziazione cromatica è dovuta sia ai processi ossidativi più intensi, che si verificano negli strati superficiali esposti all’atmosfera, sia all’attività microbica.

Quella che al profano può apparire come una superficie sterile, in attesa solo di essere coltivata è, in realtà, una fucina biologica che pullula di microorganismi.

Funghi, batteri, attinomiceti, alghe microscopiche – ai quali vanno ad aggiungersi insetti, lombrichi e altri organismi viventi – svolgono una loro specifica azione: la continua demolizione di sostanze organiche in sostanze più semplici riassorbibili dalle radici.

L’attività degli organismi sotterranei non avviene in modo omogeneo nei diversi strati del suolo; ogni “entità” predilige un preciso habitat, con determinate caratteristiche fisico-chimiche, di temperatura, umidità, ossigeno e così via.

In massima parte queste forme di vita si sviluppano negli strati più superficiali del terreno e la loro concentrazione diminuisce, finché non diventa inesistente, a 4-5 m di profondità.

Se le radici degli alberi d’alto fusto o degli arbusti di maggiore sviluppo scendono ben più profonde, non è dunque per la ricerca di cibo, ma solo per garantire l’ancoraggio alla pianta.

Il colore scuro del terreno superficiale è dovuto alla presenza di humus, cioè il prodotto della decomposizione e trasformazione della materia animale e vegetale morta da parte dei microrganismi del terreno.

Oltre ad essere ricco di azoto, elemento indispensabile alla vita delle piante, l’humus ha elevato potere assorbente, trattiene acqua e calore, creando così le condizioni adatte alla vita degli organismi utili, tra cui i lombrichi, e scoraggiando invece le colonie di quelli dannosi per le colture, per esempio le anguille (piccoli vermi nematodi).

In generale l’humus svolge una complessa funzione regolatrice sulla fertilità del terreno ed è per questo che l’orticoltore si adopera per garantire sempre il giusto livello di humus nelle parcelle del suo orto.